L’industria orologiera ticinese vuole continuare a rimanere competitiva in Ticino e per il Ticino, ma per farlo ha bisogno del sostegno e dell’appoggio delle autorità cantonali, comunali e dell’insieme del paese. È questo, riassumendo al massimo, il pensiero di ATIO a proposito del Decreto esecutivo concernente i criteri d’occupazione residente del 17 febbraio 2016 della nuova legge per l’innovazione economica del 14 dicembre 2015 che, concedendo aiuti solo ad aziende industriali con una percentuale minima di lavoratori residenti almeno pari al 30%, di fatto, di non considera e non comprende nella promozione economica cantonale un settore, quello orologiero, che da solo con oltre 2’500 dipendenti e più di 30 aziende genera un fatturato superiore ai 300 milioni di franchi e contribuisce al 2,1% del Prodotto interno lordo cantonale: molto più, ad esempio, dei settori delle assicurazioni, dell’istruzione o dell’informatica.
Da qui la preoccupazione, ma anche la richiesta al direttore del Dipartimento finanze ed economia (DFE) Christian Vitta, formulata attraverso una lettera, di riconsiderare o cercare una soluzione per integrare nel decreto in oggetto o nella Legge il settore orologiero ticinese, oggi totalmente escluso dagli aiuti.
Leggi la lettera di ATIO al direttore del Dipartimento finanze ed economia (DFE) Christian Vitta lettera DFE